L’Italia punta a essere il primo partner commerciale europeo dell’Iran

 

La visità di Rouhani in Italia rappresenta un’occasione per rinsaldare una lunga storia d’amore (e, come la definisce il giornalista Alberto Negri, anche di interesse) tra il nostro paese e l’Iran.  E non è un caso che ad ogni incontro Rouhani non faccia che ripetere: “Siete il Paese europeo per noi più importante”. Da 50 anni, infatti, le relazioni non hanno mai avuto battute d’arresto, neppure nei momenti peggiori: negli anni ’80, sottoline ancora Negri, grande esperto del mondo persiano – quando un milione di giovani iraniani moriva nelle paludi dello Shatt el Arab contro l’Iraq, le imprese italiane furono le uniche che non abbandonarono mai la piazza.

Parole che Rouhani ha espresso anche mettendo piede a Roma, sottolineando come l’Iran sia determinato ad ampliare i propri rapporti con l’Unione europea. E non è un caso che abbia scelto proprio l’Italia per la sua prima visita in Europa  dopo l’abolizione delle sanzioni internazionali a seguito dell’accordo sul programma nucleare iraniano. Il presidente iraniano ha quindi voluto sottolineare la grande amicizia dimostrata dal governo italiano al suo paese nel corso degli ultimi, difficili anni.

Un’amicizia che vuole ripagare con importanti accordi economici multimiliardari , come quelli che saranno siglati nel settore dell’industria mineraria: “Contratti per un valore di 5,4 miliardi di dollari (quasi 5 miliardi di euro ndr.) sono pronti per investimenti con l’Italia nel settore minerario”, ha dichiarato l’amministratore delegato dell’Organizzazione per il rinnovamento e lo sviluppo dell’industria mineraria iraniana (IMIDRO), Mahdi Karbasian. I contratti – ha aggiunto l’imprenditore che accompagna Rohani – “devono essere perfezionati e firmati” nelle prossime ore. L’ IMIDRO è un colosso con oltre 50 mila dipendenti, impegnata nella produzione di acciaio, alluminio, rame e cemento e nello sfruttamento di campi minerari.

Rapporti con l’ Italia – Le relazioni economiche bilaterali – pur in presenza di un mercato tradizionalmente assai promettente per le nostre imprese – conoscono una sostanziale stagnazione, in linea con gli altri Paesi europei, dato il noto contesto internazionale che, al momento, non incoraggia gli investimenti e gli scambi commerciali stranieri (in specie europei) anche nei settori non soggetti a sanzioni.

La collaborazione economica tra i due Paesi, ciononostante, puo’ tuttora beneficiare di un quadro di conoscenza e fiducia reciproca che l’Italia si e’ guadagnata nel corso di decenni di apprezzate attivita’ delle nostre aziende, soprattutto nel settore petrolifero, petrolchimico, siderurgico, energetico, meccanico, infrastrutturale e dei trasporti.

Il regime sanzionatorio internazionale ha portato alla cessazione del sostegno alle imprese da parte di SACE e SIMEST.

Nel Paese continuano ad essere presenti, seppure in condizioni minime, alcuni grandi gruppi (ENI, Tecnimont, Danieli, Ansaldo, Alitalia) e soprattutto aziende medie e piccole.

Scambio commerciale – L’interscambio commerciale Italia-Iran ha registrato dal 2002 una progressiva crescita raggiungendo nel 2011 il suo massimo storico (7.097 milioni di euro), dopo la flessione del 2009 dovuta alla crisi economica internazionale.

L intensificazioni delle sanzioni internazionali UE e USA nel corso del 2012, accompagnate da  ulteriori misure restrittive sia in ambito finanziario che commerciale, hanno indotto una forte  flessione dell’interscambio tra l’Iran ed i 28 Paesi UE, Italia compresa.

A causa delle sanzioni internazionali (soprattutto quelle in ambito bancario e finanziario) l’export italiano registra nel 2013 un calo del 24,3% rispetto al 2012 (che gia aveva registrato un  – 24,5%). Trend negativo che continua anche nei primi 3 mesi 2014 (-22,6%)

Anche le nostre esportazioni “triangolate” via paesi terzi come Turchia, Emirati etc. – che non rientrano nei rilevamenti ISTAT e che interessano soprattutto i beni di consumo sui quali gravano dazi molto elevati  (fino al 100%) e ad un extra costo anche del 40-50% nell’ approvvigionamento di valuta sul mercato libero rispetto a quella ottenuta al cambio ufficiale della Banca Centrale – negli ultimi due anni hanno registrato una notevole flessione, secondo il giudizio unanime di molti operatori del comparto.

Se si confrontano le nostre performance con quelle di alcuni paesi UE, Germania in primis, si e’ indotti a ritenere che sulle nostre performance siano intervenuti ed intervengono fattori specifici. Secondo gli operatori piu’ qualificati, tra i fattori specifici vanno annoverati:

·         un atteggiamento molto piu’ cauto del nostro sistema bancario rispetto a quello degli altri paesi;

·         il venir meno di quella consistente quota di  finanziamento/pagamento del nostro export legato alle nostre importazioni di petrolio iraniano;

·         la mancata copertura assicurativa dei crediti  da parte di SACE.

Con l’“azzeramento” della principale voce di importazione – il greggio – dato l’embargo petrolifero deciso dai Paesi UE –  entrato in vigore il 1° luglio 2012 (e  quello  del gas i1 1  dicembre 2012) –  nel 2013 la bilancia commerciale tra i  due Paesi registra per la prima volta un  saldo positivo per l’Italia pari a 1.201 milioni di Euro ,

Danieli, firmati accordi per 5,7 mld – Il Gruppo Danieli ha firmato accordi per un valore di circa 5,7 miliardi di euro. Gli accordi, siglati dal presidente della Danieli, Gianpietro Benedetti, sono relativi ad una joint-venture e ad ordini per la fornitura di macchine ed impianti che verranno installati nel territorio iraniano. La joint-venture, denominata Persian Metallic ed il cui valore è stimato in 2 miliardi, coinvolgerà un gruppo di investitori internazionali, oltre che iraniani. Persian Metallic utilizzerà minerale di ferro ed energia per produrre circa 6 milioni di tonnellate/anno di pellets che andranno ad alimentare impianti di riduzione diretta, il cui prodotto è un eccellente “raw material” per ottenere acciaio tramite fusione con forno elettrico ad arco. Altri accordi relativi a forniture di macchine ed impianti per produrre acciaio ed alluminio, verranno stipulati con diverse aziende iraniane per un valore di circa 3,7 miliardi.

Gavio, accordi su infrastrutture fino a 4 mld – Itinera, la società di costruzioni del gruppo Gavio, ha firmato degli accordi con alcune fra le principali società di costruzioni iraniane per lo sviluppo congiunto di grandi progetti infrastrutturali ed in particolare nei settori trasporti/ferrovie per un valore complessivo fino a 4 miliardi di euro. Itinera, società del Gruppo Gavio è attiva nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali e di edilizia civile. La Società, con un patrimonio di competenze di circa 2900 dipendenti diretti e indiretti ha registrato alla fine dell’esercizio 2014 un valore della produzione di circa un miliardo di euro con un portafoglio lavori di circa 2,6 miliardi di euro.

 

Fonte: Spondasud