In memoria del genocidio, bombardati i quartieri armeni di Aleppo. Attentato anche a Yerevan

 

Terroristi islamici delle zone non controllate dal governo siriano hanno bombardato in modo pesante i quartieri armeni di Aleppo, in chiara violazione del cessate il fuoco.   Le bombe hanno provocato la morte di 17 armeni fra cui 3 bambini ed una donna, e fatto divampare incendi non facilmente domabili per la mancanza di acqua, causando ingenti distruzioni e danni materiali. 

Per gli abitanti di Suleymaniye ed Ashrafieh, i quartieri armeni di Aleppo bombardati, non vi sono dubbi: essi vedono dietro questi attacchi “la diretta risposta della Turchia alla commemorazione del 101mo anniversario del Genocidio”, celebrato il giorno prima, il 24 aprile, nelle chiese di Aleppo, già martoriate da oltre quattro anni di guerra.

Per Sevag Tashdjian, armeno di Aleppo, la responsabilità è dei “gruppi terroristici islamici appoggiati dalla Turchia”, i quali “entrano ed escono dal confine turco-siriano con armi, munizioni e refurtiva”. “Ci siamo svegliati sotto le bombe, è il regalo turco” ha aggiunto, “interi quartieri hanno preso fuoco e siamo usciti sotto le bombe per prestare soccorso ad anziani e malati intrappolati nelle loro case e trarre loro in salvo, in rifugi sotterranei più sicuri”.

A conferma dei sospetti espressi dagli armeni di Aleppo circa le tracce turche di questi crimini, sono avvenute altre due esplosioni: una in Armenia, in pieno centro nella capitale Yerevan, sulla via dedicata ad Aleppo; l’altra in Nagorno Karabakh, sempre all’indomani della celebrazione del 101mo anniversario del Genocidio armeno, ad opera del governo turco nel 1915.

A Yerevan è infatti esploso un bus imbottito di esplosivi causando morti e feriti. Per la capitale armena è una prima in assoluto: essa non era mai stata teatro di attentati all’autobomba, che ricordano da vicino gli attentati in Siria, Libano ed Iraq. Secondo le fonti ufficiali, non si è trattato comunque di un attentato terroristico ma di un giovane pregiudicato che voleva uccidere i propri parenti. Un’altra esplosione è avvenuta in Karabakh.