Rapporto Migrantes 2016: la mobilità è una risorsa

 

ROMA\ aise\ - Dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54,9%, passando da poco più di 3 milioni di iscritti all'Aire, l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, ad oltre 4,8 milioni (precisamente 4.811.163). La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (oltre 2,5 milioni) e per nascita (quasi 1,9 milioni) e si concentrano soprattutto in Europa, che con quasi 75mila italiani si conferma l'area continentale maggiormente presa in considerazione dagli italiani che scelgono di trasferirsi oltre confine, soprattutto in Germania (16.568 nel 2015) e Regno Unito (16.503) e poi in Svizzera (11.441) e Francia (10.728). Invertendo un primato che vedeva le regioni del Sud maggiormente interessate dal fenomeno migratorio, nel 2015 la prima regione in valore assoluto per partenze è la Lombardia (20.088), seguita dal Veneto (10.374), dalla Sicilia (9.823), dal Lazio (8.436), Piemonte (8.199) ed Emilia Romagna (7.644). Su 107.529 espatriati nel 2015, il 56,1% (oltre 60mila) sono maschi e la fascia di età più rappresentattiva (36,7%) è quella dei giovani tra i 18 e i 34 anni.

Sono questi solo alcuni dei dati contenuti nell'XI Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, presentato questa mattina a Roma. Dati che tracciano un disegno della nuova mobilità italiana, una mobilità fatta di uomini e donne, giovani e pensionati, ma anche intere famiglie: sono loro i “protagonisti” del Rapporto, come li ha definiti monsignor Guerino Di Tora, presidente Migrantes, dando il benvenuto agli ospiti numerosi della presentazione. Tra loro anche i rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri che, pure, ha dato il proprio contributo alla stesura del Rapporto 2016 con una riflessione sullo studio della lingua italiana nel mondo ed il suo legame con la mobilità di ieri e di oggi.

“Il fenomeno migratorio non è transitorio, ma epocale”, ha esordito Di Tora, che, delineando un parallelismo tra immigrazione ed emigrazione nel nostro Paese, ha aggiunto: “la mobilità è legata a noi stessi, alla nostra storia, alla nostra umanità”. Il Rapporto vuole svelarne le nuove dinamiche, per poi suscitare riflessioni e dibattiti che portino a sviluppare “soluzioni operative”, che possano a loro volta “trasformare un problema in una opportunità”, gli ha fatto eco Pierferdinando Casini, intervenuto oggi in qualità di presidente della Commissione Esteri del Senato. Casini ha parlato del Rapporto come di uno strumento di “straordinario interesse”, nella misura in cui “straordinario è l'andamento anagrafico della società”, quella italiana, quella Europea e quella globale. Si tratta di questioni con cui è necessario fare i conti perchè “il flusso migratorio sta facendo saltare gli equilibri definiti dalla seconda guerra mondiale” e l'Italia in particolare deve far fronte da un lato al “peso” di una generazione in uscita che, dopo essersi formata qui, va ad “alimentare” Paesi terzi e dall'altro ad una generazione in entrata che giunge in Italia priva di scolarizzazione. Entrambe vogliono integrarsi, ma vorrebbero anche poter scegliere di tornare nel proprio Paese.

Ecco il punto. La mobilità è una risorsa, ma diventa dannosa se è a senso unico, quando cioè è una emorragia di talento e competenza e non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro. La circolazione è dunque l'espressione migliore della mobilità. A questa conclusione giunge il Rapporto Migrantes, Rapporto che “non è solo un libro”, un insieme di numeri e dati, bensì “un progetto comune” iniziato undici anni fa e destinato a proseguire. Parola di Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo ed entusiasta del lavoro svolto in un interno anno da un team di 60 redattori, 30 dei quali all'estero.

“I dati parlano davvero se si legano nel tempo”, ha detto Licata; ecco il perché del monitoraggio annuale di un fenomeno in evoluzione qual è quello della “Italia mobile”, in tutte le sue “sfaccettature” e “ricchezze”. Ed ancora, ha proseguito Licata, illustrando la metodologia della ricerca, “i dati parlano davvero se” mettono in relazione spazi, discipline, fonti e professionalità diverse, ma anche e soprattutto se mettono “al centro” la persona, ovvero se “il migrante è il protagonista”.

Per l'edizione 2016 il Rapporto è stato strutturato in sezioni. Due quelle che pongono l'attenzione alla mobilità di oggi e alle sue caratteristiche e peculiarità: quella delle Indagini e quella delle Esperienze contemporanee, dove vengono presi in considerazione luoghi – Londra, Lussemburgo, Lussemburgo, Colonia e Buenos Aires – e temi – le partenze dei pensionati (cui il prossimo anno la Migrantes dedicherà uno rapporto ad hoc), le nuove rotte migratorie dei giovani e la difficile decisione di partire o non partire della generazione dei Millennials italiani -; per la prima volta poi il volume si occupa di un tema destinato a diventare sempre più popolare, cioè quello dei “nuovi italiani”, cittadini italiani di origine straniera che scelgono anch'essi la via dell'emigrazione.La cittadinanza, la condizione linguistica, l'italicità, il made in Italy, il ruolo delle Missioni Cattoliche e la figura del “missionario d'emigrazione” sono invece i temi presenti nelle Riflessioni.

Infine l'ultima sezione, lo Speciale, è dedicata al complesso tema della presenza degli italiani negli spazi urbani fuori dei conrfini nazionali. Il Rapporto prende in analisi 32 città che coprono tutte le aree continentali: ne è nata una sezione ricca e variegata, un “caleidoscopio” di luoghi e territori fatti di identità, storie e culture, di tracce lasciate dagli uomini che li hanno attraversati.
Chiudono il Rapporto gli Allegati socio-statistici e la Bibliografia ragionata delle più recenti pubblicazioni dedicate al'emigrazione italiana, per un totale di oltre 502 pagine, che possono racchiudersi, per Delfina Licata, i tre parole chiave: “circolarità”, ovvero mobilità come arricchimento e scambio e non non come fuga, “dialogo” e “meticciato”, inteso come “nuova civilizzazione”.
Quella auspicata in Italia da Sabrina Prati, dirigente Istat capo del Servizio Registro della popolazione, statistiche demografiche e condizioni di vita. In un Paese come il nostro, ha detto Prati, in cui nell'arco di un secolo la dinamica naturale tra natalità e mortalità si è invertita a favore di quest'ultima, “la mobilità internazionale è il motore della dinamica demografica”. In sostanza la maggiore “fertilità” tra gli stranieri compensa la diminuzione delle nascite tra i cittadini italiani. D'altro canto però è curioso che tanto fra i giovani studenti di scuola secondaria italiani (42,6%) quanto fra i loro colleghi stranieri (45,6%) si registra un atteggiamento di apertura verso la mobilità: entrambi cioè vorrebbero in futuro vivere all'estero.

Una delle mete più gettonate era e resta Barcellona, dove da due anni a seguire come cappellano la comunità italiana si trova don Luigi Usubelli. Un ruolo non semplice, il suo, se si considera che nella sola capitale catalana sono residenti 80.000 italiani dalla composita natura: vecchia generazione, famiglie e tanti giovani legati al progetto Erasmus. La maggior parte di loro, ha spiegato Usubelli, “non si sente emigrato”, vuoi per la prossimità culturale che lega Italia e Spagna, vuoi per la facilità negli spostamenti che c'è oggi rispetto al passato. Vi sono però anche casi di disagio e di mancata inclusione sociale, dovuta anche alla necessità per chi voglia lavorare di conoscere, oltre allo castigliano, anche il catalano. A Barcellona ci sono anche giovani detenuti e senza tetto, che don Usubelli cerca di seguire il più possibile, nonché una grossa comunità gay -per un terzo formata da italiani – e di anarchici. Una realtà assai variegata con esigenze spesso diverse e che non sempre diventa “comunità”.
A portare il suo contributo oggi anche la Farnesina, tramite il direttore generale per la Promozione della cultura e della lingua italiana, Massimo Riccardo. Con lui in sala anche Lucia Pasqualini, che, oltre ad aver collaborato al Rapporto della Migrantes, ha curato il Portale della lingua italiana nel mondo che verrà presentato tra una decina di giorni a Firenze in occasione degli Stati Generali della Lingua Italiana.
“La promozione della lingua ha un valore in sé oltre che di promozione del Sistema Paese”, ha esordito Riccardo, evidenziando il ruolo di “moltiplicatore” che le nostre comunità all'estero hanno sempre rivestito. Occorre “cogliere” questa “opportunità” e dar loro gli strumenti di cui necessitano, ovvero i corsi di lingua che vengono oggi erogati tramite vari canali: gli Istituti Italiani di Cultura, gli enti gestori, i lettorati, i corsi della Dante Alighieri o di altre associazioni e quelli istituiti all'interno del programma curriculare nelle scuole e nelle università straniere. È su questi ultimi in particolare a puntare il Ministero degli Affari Esteri, ha spiegato Riccardo, che ha poi invitato agli Stati generali del 17 e 18 ottobre a Firenze. “Italiano lingue viva” sarà lo slogan della due-giorni che sarà quest'anno accompagnata dalla Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, dedicata nel 2016 alla “industria culturale del design”.

Alla presentazione odierna avrebbe dovuto partecipare anche il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, che, bloccato in Svizzera da motivi di salute, non ha mancato di inviare un proprio messaggio al consesso, in apertura del quale il direttore di Tv2000 Paolo Ruffini ha presentato il video riassuntivo del Rapporto Italiani nel Mondo 2016. 
A chiudere l'incontro è stato infine monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, il quale ha posto l'accento sui giovani in emigrazione, che meritano più “attenzione”, ha detto. “Dietro i numeri” del Rapporto “ci sono persone”, spesso giovani, “che dobbiamo intercettare” perché, siano essi emigranti italiani o immigranti in Italia, “reclamano entrambi il diritto di rimanere nella propria patria”, “cercano nuove opportunità” e “chiedono più rappresentanza”. È un dato di fatto: “la geografia urbana sta cambiando”. A noi, ha concluso Perego, il compito di “ridisegnare l'accompagnamento dei mondi migranti”. (r.aronica\aise) 

 

Fonte: http://www.aise.it/comunit%C3%A0/rapporto-migrantes-2016-la-mobilit%C3%A0-%C3%A8-una-risorsa/72426/1#.V_ZkkYFG7Ps.twitter