Dall'Africa alla Sardegna, in docu-film storie di migrantes (Ansamed)

 

(ANSAmed) - CAGLIARI, 11 NOV - Inizia con l'immagine di un uomo che scruta il mare con i binocoli. E si conclude con il primo piano di una ragazza che canta e che ride. In mezzo il dramma, i racconti e le speranze dei migranti partiti dalla Libia e arrivati in Sardegna dopo aver sfiorato la morte accalcati nei barconi nel viaggio verso un futuro migliore.

È il riassunto del documentario "Storie di migrantes", 21 minuti esatti, che sarà presentato in anteprima domani nel corso del IV Meeting internazionale delle Politiche del Mediterraneo dal titolo "I nuovi scenari geopolitici nel Mediterraneo. Dalla guerra in Siria al caos libico: il ruolo dell'informazione". Il docu-film è prodotto dal Centro Italo Arabo Assadakah ed è un lavoro del giornalista Alessandro Aramu e di Carlo Licheri (immagini e montaggio). Una visita in alcune strutture di accoglienza della Sardegna e una raccolta di storie dei migranti. Le immagini in mare sono sono girate al largo di Lampedusa da Ferruccio Goia, un videomaker con esperienza all'estero. Il filmato è diviso in tre capitoli. Drammatici i primi due, quelli che raccontano il viaggio in terra e in mare.

Via terra - come ricostruisce uno dei protagonisti - dal Gambia alla Libia, passando per Senegal, Burkina Faso, Mali. Deserto, Libia. "Non è facile vivere là", racconta un ragazzo partito dal Gambia". E per le donne è ancora più difficile. Una ragazza riferisce di essere stata aggredita e di essere scappata dopo un tentativo di violenza. Unico rimedio il mare. "Una prigione - confessa un migrante - intorno vedi solo acqua".

Lotta per la sopravvivenza tra fame, sete e botte. Qualcuno non ce la fa. Poi lo sbarco. "Non sanno parlare, cercano aiuto con lo sguardo", spiega un'addetta alla accoglienza. La Sardegna. E la speranza. Con i primi passi nel nuovo mondo tra una lezione al linguistico e un lavoro da barman o da cuoco. Un pò di svago: qualche partita a pallone, una sfida a biliardino e due tiri a basket. Qualcuno ha imparato a tifare il Cagliari.

"Quando perde mi arrabbio", ammette divertito un migrante.

 

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